Di seguito vengono proposte alcune testimonianze, che sono state fatte pervenire dai ragazzi ed insegnanti che hanno partecipato al gesto del Donacibo che si è svolto quest’anno.
→ Questo è un disegno di un bimbo delle scuole elementari di Ossona.
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→ Mi chiamo Anna e sono stata insegnante presso l’Istituto Alessandrini di Vittuone. Da settembre sono in pensione e dopo 25 anni di insegnamento nella stessa scuola, rientrarci per fare una testimonianza sull’iniziativa Donacibo è stato emozionante. La testimonianza rivolta alle classi prime che non conoscono l’iniziativa è avvenuta quest’anno nell’Aula Magna, con solo due classi in presenza mentre le altre seguivano in collegamento. Come a volte accade in questi casi, i problemi tecnici non si sono fatti attendere. Dopo una decina di minuti dall’inizio dell’incontro, una delle classi collegate è scesa in aula magna a causa dei problemi tecnici, l’insegnante non voleva far perdere l’occasione di ascoltare la testimonianza. Un’altra docente è venuta a cercarci per lo stesso motivo, essendo ormai tardi chiedo di entrare direttamente in classe a spiegare in due parole di cosa si tratti. In questa classe serpeggiava del malumore sia tra i ragazzi sia nella professoressa presente per il tempo perso proprio per la serie di problemi tecnici riscontrati, spiego comunque loro di cosa si tratta e perché vale la pena partecipare. Poco dopo mi riferiscono che due ragazzi di questa classe avevano dato la loro disponibilità come volontari ai punti di raccolta.
A fine settimana, mentre stiamo recuperando le 36 scatole raccolte, arriva la Dirigente Scolastica che esprime la sua gratitudine per l’opportunità di partecipare all’iniziativa data a tutta la popolazione scolastica.
Ormai da una decina di anni, iI Donacibo è diventato per la nostra scuola un vero e proprio evento, capace di coinvolgere studenti e docenti in gesti di gratuità inaspettati. Non si tratta infatti solo di portare del cibo a lunga conservazione per sentirsi un po’ la coscienza a posto- magari qualcuno lo fa ancora così -, ma per molti si tratta di lasciarsi coinvolgere in prima persona, presentandosi prima dell’orario d’inizio delle lezioni per organizzare i punti di raccolta, prendendo il pullman prima del solito, suddividendo le scatole per generi alimentari e mettendole nelle macchine che vengono a recuperarle.
Ciò che colpisce sempre è lo stupore negli occhi di tutti coloro che sono coinvolti personalmente. Di fronte a tante chiacchiere, critiche, atteggiamenti nichilistici, il Donacibo è la dimostrazione che esiste ancora un cuore capace di lasciarsi colpire per condividere il bisogno degli altri.
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→ Vorrei trovare le parole giuste per poter descrivere quanto bella sia stata questa esperienza, ci proverò. Di solito a causa di eventi che non dipendono da noi, ci dimentichiamo quanto certe esperienze ci possano segnare e portare verso nuovi orizzonti, io faccio parte di quel gruppo. A causa della pandemia e della mia timidezza mi sono dimenticata di quanto fosse bello aiutare il prossimo. Appena la prof di religione mi ha ricordato che era la settimana del “Donacibo” mi sono tornate alla mente tutti i bei ricordi che avevo dalla precedente esperienza che ebbi in seconda liceo. Così decisi di fare la mia piccola parte, portare un contributo e successivamente decisi di partecipare attivamente, non soltanto per i ricordi nuovi che avrei creato ma anche per sentirmi un puntino più grande in un mondo enorme. Durante questa stupenda esperienza il cuore mi si è riempito di gioia, non soltanto perché è un gesto rivolto verso persone bisognose, ma che concretamente le aiuta, in quanto noi ragazzi siamo posti attivamente nella condizione di aiutare gli altri, portando non soltanto un contributo materiale di alimenti, ma anche sistemando gli scatoloni e vedendo quanto dei piccoli gesti possano portare gioia nella vista di altre persone, piccoli tasselli che vanno a creare alla fine un quadro stupendo. Ho partecipato a questa esperienza perché trovo il “Donacibo” un’attività stupenda che aiuta a rendersi conto dell’importanza, non soltanto di aiutare il prossimo, ma anche di quanto il volontariato riempia la vita delle persone, portando non soltanto la singola persona a riflettere sui gesti che fa ma anche a unire gruppi di persone, attraverso mezzi di empatia che spesso di sottovalutano. Io credo che la forza della vita, non si trova soltanto nella persona ma anche nell’unione di persone, in quanto se l’uomo è consapevole dell’aiuto che può dare al prossimo, sicuramente può rendere il mondo un posto migliore. Un desiderio che spero un giorno si avveri, partendo da azioni quali il volontariato. Questa esperienza mi rimarrà sempre nel cuore perché mi ha ricordato quanto sia bello il lavoro di gruppo, quanto sia soddisfacente aiutare il prossimo riempiendosi il proprio cuore di gioia attraverso piccoli gesti.
Ambra 5Bss, istituto Alessandrini di Corbetta
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→ Con la mia famiglia, partecipiamo a varie iniziative, oltre a questa a scuola, abbiamo mandato generi alimentari in Ucraina, ogni anno mandiamo dei soldi per medicinali ai bambini in Africa, etc…per me è una cosa spontanea e naturale.
Penso sia giusto aiutare anche con poco chi sta peggio di noi, perché tutti possiamo avere dei momenti difficili e sapere di poter contare su qualcuno è importante.
Ho imparato col tempo che aiutare gli altri mi fa stare bene, più semplicemente dare è bello quanto ricevere.
Riccardo 1AO, istituto Alessandrini di Corbetta
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→ Sono Franco di Vittuone in provincia di Milano e ho partecipato al donacibo intervenendo in due scuole una elementare e l’altra medie.Nella prima ho fatto la testimonianza nelle cinque classi del plesso cantando insieme ai ragazzi accompagnati dalla mia fisarmonica Il canto “ma va la” di Amelio dove ho sottolineato la convenienza del gesto di carità riprendendo il ritornello che dice “se rimaniamo insieme non può che andarci bene “.Nel dialogo con gli alunni di una quinta alla domanda ,: Che cosa pensate di guadagnarci aiutando gli altri ? Una ragazza risponde di botto : l’affetto.Da questa risposta che mi ha molto colpito è nato un dialogo sulle amicizie che vivono.Mi sono
reso conto che riduco l’iniziativa del donacibo ad un fatto filantropico senza avere la coscienza del suo valore educativo ci voleva una ragazzina di quinta elementare a ridestarla.
Nella scuola media sono andato un po’ scoraggiato a ritirare gli alimenti per tre giorni fuori dalla scuola senza pensare di raccogliere molto perché pur accettando l’iniziativa gli insegnanti non hanno fatto entrare nessuno nella scuola per la testimonianza paurosi del covid assicurando di pubblicizzare il gesto con dei video.Incontrando gli alunni la prima mattinata mi sono munito di strisce di carta da dare agli alunni per ricordare di portare il cibo nelle mattinate successive.
Con mia meraviglia la quantità è stata maggiore di quello che avevo previsto e mi ha colpito un alunno che arriva con un sacchetto pieno si inginocchia per strada apre la cartella dei libri e estrai altri alimenti :l’ho immortalato con una foto.Anche qui mi sono reso conto che i ragazzi non hanno bisogno di una iniziativa perfetta secondo i canoni previsti ma di incontrare qualcuno e questo è avvenuto per strada senza tanti discorsi.
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→ Il DonaCibo è un gesto di carità che ha lo scopo di aiutare le persone bisognose, facendo una raccolta di alimenti a lunga scadenza. Ci hanno toccato molto i dati visti in classe di quante persone sono nel bisogno e che il DonaCibo sta aiutando. Ragionare sul fatto che un semplice aiuto da parte nostra può aiutare una famiglia ci fa comprendere l’importanza e i valori di questa associazione, ecco perché la maggior parte della classe ha partecipato alla donazione.
Vorremmo inoltre stringere la mano ai volontari che vi partecipano, perché spendono il loro tempo e le loro energie per aiutare altre persone… questo è davvero un bel gesto!
Concludiamo con il dire che questa esperienza ci è piaciuta tanto e che speriamo abbia toccato il cuore anche di altri studenti.
Gli studenti della 1ASC!!